A testa in giù è difficile, i pensieri sono precipitati verso il basso in direzione opposta al cuore. Se non fosse per la polvere, potrei vedere i colombi, qualcuno avrebbe persino il coraggio di posarsi lungo la trave, io potrei vederlo volare alla rovescia.
LE URLA E LE FINESTRA SPALANCATE
Se non fosse che le nuvole hanno riempito gli spazi tra le case e le urla e le finestre spalancate, io potrei immaginarmi a braccio a lui, riflessa nelle vetrine sobrie ma lussuose. Le scarpe bianche e il cappello con la spilla. Se non fosse che i carri e le divise improvvisate invadono il selciato, la piazza sarebbe stato quotidiano via vai e io passante anonima.
LUI TACE
Lui tace. So che mi guarda ma non è a me che pensa, forse alla sua gente, quella che lo ha amato senza condizioni e senza resa. Io sono la sua gente. Diranno che il tuo cuore è più piccolo del normale, a goccia, ma che cosa ne vogliono sapere? No, non è a me che pensa, ma al balcone vuoto e al silenzio della piazza. Io sono stata il suo rifugio e l’imposta da socchiudere per riposare la notte.
NON TEMO VERGOGNA
Pensa ai suoi figli, a lei? No, forse alla corda che stringe il corpo vinto. Mi hanno strappato la collana, ah, sciocchi, ma non sapete che ormai tutto è scritto, che un’incisione è nulla rispetto al solco della storia? Non temo vergogna, non redime ogni cosa la fine? Riscatta il mio amore e ogni rifiuto ricevuto. Lei è a casa. Io sono qui.
BUON SAN VALENTINO, BEN MIO
La gonna è sollevata il seno scoperto, offerto oscenamente, non sarà la pietà di un parroco, né una spilla da balia. Il suo corpo era già statua, anni di prove e specchi negati alla vanità, niente di più falso. Dallo scherno era la mia fiducia a ripararlo. È dell’amore che mi importa, non delle scarpe, dei saloni e del potere, che di pettegolezzo è ricucito il mondo. Delle mie ciocche nere e di quegli occhi rovesciati che ardevano, qualcuno ride, dileggia.
A capofitto, a capo rovescio, soltanto adesso il mondo è nella giusta prospettiva che se anche è sottosopra non si disperde amore. Buon San Valentino, Ben mio.
IL CUORE A GOCCIA
XX foglio della descrizione dell’autopsia di Mussolini Benito ex Duce del fascismo eseguita oggi 30 aprile 1945
Sia il polmone destro che il sinistro appaiono totalmente liberi, senza aderenza alcuna: non vi sono neppure i frequentissimi segni di una pleurocorticalite in esito.
Scarsi i segni dell’antracosi – Si nota solo un modicissimo grado di enfisema dei lobi superiori di ambedue i polmoni: il lobo superiore di sinistra in prossimità dell’apice è attraversato da due tragitti corrispondenti alla strada segnata dal passaggio dei proiettili: ma nel complesso il polmone non è lacerato se non in prossimità dell’ilo polmonare (parte alta). Il cuore, piuttosto piccolo per la corporatura di Mussolini, tende al cuore a goccia: non vi è ipertrofia muscolare: le valvole cardiache sono sane. All’aorta, subito al di sopra delle valvole areole non numerose (in tutto otto o dieci di lipoidosi: non segni né di lues, né di ateromasia).
Playlist: Marcia funebre di Sigfrido – Richard Wagner
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