E così da luogo d’appestati siamo passati a terra promessa. Il governo dell’Olanda, nelle note diramate nelle ultime ore, ha definito la Sicilia come zona a nessun rischio di contagio. Un bel segnale per la nostra isola che comincia a liberarsi dalla morsa dell’isolamento e della paura. Anche se il danno è già fatto, è rilevante e sarà anche duraturo, perché la nostra è un’economia fragile che ha bisogno di ottimismo e di poter puntare su quelle straordinarie risorse che grande madre natura ci ha fornito. Lo scossone del Corona virus è stato di quelli da far tremare. Però già si respira aria di ripartenza perché le isterie, per fortuna, hanno durata breve. Per il virus andava utilizzata una vecchia legge del calcio: rispetto per l’avversario, paura mai.

COME UNA MAMMA…

Invece ha prevalso un altro detto, popolare e di sicula matrice: megghiu riri chi sacciù…
Prova provata dell’inconsistenza di chi ha ceduto all’eccesso di prudenza senza capirne gli effetti devastanti. Come una mamma che porta il suo bimbo al pronto soccorso per una febbricola di stagione, certamente da non sottovalutare, ma ignorando così facendo i rischi connessi all’esposizione di un organismo con scarse difese immunitarie al contagio ospedaliero.

SI MUOVANO I PRIVATI

Oggi a ferita ancora aperta, la notizia che arriva dall’Olanda deve farci capire che è il tempo della reazione. E che polemiche e piagnistei fanno soltanto perdere quel tempo che non c’è più. Si muovano i privati a cercare le strade più opportune per provare a raddrizzare la baracca. Non pensiamo soltanto alle strutture dell’accoglienza turistica ma anche a tutto il tessuto imprenditoriale che gira attorno al turismo e che senza uno scatto in avanti è destinato al fallimento. Consideriamo come companatico l’auspicabile e indispensabile intervento pubblico, visto che le premesse non sono state delle migliori. E intanto buttiamo la pasta, prima che sia troppo tardi.