In questi giorni da casa, con tablet, computer, smartphone, forzatamente, godendo virtualmente delle nostre ricchezze culturali, anche subacquee. Ma presto torneremo sott’acqua. In Sicilia esistono infatti 21 itinerari culturali archeologici visitabili da subacquei di tutti i livelli grazie a percorsi guidati che vanno dai pochi metri, anche per gli appassionati di snorkeling con maschera e pinne, fino a profondità più impegnative riservate a subacquei esperti. Sono stati, e continueranno ad esserlo dopo questa pausa forzata, un giusto connubio tra le vacanze scelte in estate dalla maggior parte degli italiani, al mare e le vacanze culturali. E se è pur vero che si tratta di un turismo di nicchia, riservato a chi è già in possesso di un brevetto subacqueo, i numeri degli ultimi anni registrano un incremento nelle visite, vincendo anche il trend negativo che uno sport come la subacquea ha sofferto fin dagli anni 2000.
GLI ITINERARI SUBACQUEI
Dal 2004, la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana ha creato nei fondali dei mari siciliani gli itinerari archeologici subacquei, in linea con i principi della Convenzione Unesco sulla protezione del patrimonio culturale sommerso. I reperti archeologici, recita la Convenzione, ove non in pericolo di depredamento, vanno possibilmente lasciati nel luogo dove sono stati ritrovati rendendoli fruibili in situ. E grazie a questa visione, in Sicilia è possibile visitare siti archeologici e relitti che coprono un arco temporale che va dal periodo greco alla seconda Guerra. Una vera e propria immersione nella storia, accompagnati dai diving center autorizzati – ai quali ci si può rivolgere per le visite – e che garantiscono la conservazione dei beni e il controllo per eventuali furti.
DOVE IMMERGERSI
Nell’isola di Ustica, a poche miglia da Palermo, sono due gli itinerari visitabili: uno monotematico con ancore di varie epoche (da alcuni esempi di antiche ancore in pietra fino a quelle moderne in ferro) e uno dove è possibile ammirare fino alla profondità di 30 metri ancore e anfore. A Pantelleria esistono cinque itinerari di difficoltà variabile dai 15 ai 30 metri con la presenza di anfore, ancore, macine e un relitto. Alle Isole Eolie si trovano una peschiera romana a pochi metri di profondità a Panarea nei pressi dello scoglio di Basiluzzo, e alcuni relitti con carico di anfore a Filicudi, nei pressi della secca di Capo Graziano nota per i numerosi naufragi fin dall’antichità. Alle Isole Egadi, a Cala Minnola, è possibile immergersi su un prezioso carico di circa 90 anfore pertinenti un relitto romano del I secolo a.C., mentre a Marettimo a 15 metri di profondità, è possibile ammirare otto cannoni in ferro di un relitto del ‘700.
DA SAN VITO LO CAPO A CEFALU’
A San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, è stato realizzato un itinerario alla profondità di 15 metri su un carico di macine in pietra lavica e, a poca distanza, un’immersione su un sito con anfore e ancore di varie epoche. Ma esiste la possibilità di immergersi anche su relitti moderni come a San Vito Lo Capo dove a 40 metri di profondità giace un relitto affondato negli anni ’70, poggiato sul fondo in assetto di navigazione. E ancora lungo la costa settentrionale della Sicilia a Scopello, Mongerbino e Cefalù sono effettuabili immersioni riservate a subacquei con brevetto di primo livello che consentono rispettivamente la visita di reperti medievali e ancore di tonnara, ancore di varie epoche e un molo sommerso del IV secolo d.C. con la presenza di frammenti di anfore e macine in pietra.
LE COLONNE ROMANE DI MARZAMEMI
A Marzamemi, in provincia di Siracusa a pochi metri di profondità, ci si può immergere sia con le bombole ma anche semplicemente con maschera e pinne, su un carico di colonne romane del III secolo d.C. di grandi dimensioni: circa sei metri e mezzo di lunghezza per due di diametro. Probabilmente un naufragio che non ci ha lasciato i resti dell’imbarcazione ma il suo prezioso carico. E sempre in provincia di Siracusa, a Porto Palo, un carico imponente di marmi a sette metri di profondità e, poco distante, un carico di anfore greche in un sito dedicato però a subacquei tecnici, a circa 40 metri di profondità. Trentasette colonne del II secolo d. c. nei fondali di Taormina a 18 metri e una grande quantità di reperti a tre metri di profondità davanti la città di Marsala, in una zona di carico delle imbarcazioni che andavano verso l’antica Lilibeo, completano il panorama delle visite culturali nei fondali siciliani.
ISTRUZIONE PER L’USO
Per tutte le immersioni è prevista una boa di ormeggio in superficie che consente alle imbarcazioni autorizzate di sostare in sicurezza. Grazie a una catena posta sotto la boa, si raggiunge in piena sicurezza il sito. Sott’acqua, in prossimità dei singoli reperti archeologici, cartellini impermeabili descrivono la tipologia, la datazione, la provenienza e l’utilizzo del reperto stesso, dando così al visitatore l’opportunità di comprendere appieno ciò che sta guardando. Negli itinerari più lunghi o dove i gruppi di subacquei possono distanziarsi molto tra di loro, sono presenti delle cime guida che delimitano il percorso. Per alcuni itinerari, sono state create delle guide cartacee con schede impermeabili che possono essere portate sott’acqua dai visitatori per seguire il percorso e leggere notizie storiche sui reperti. Insomma un modo diverso di visitare dei veri e propri musei sommersi, ma con la particolarità di essere nel luogo esatto dove sono stati ritrovati i reperti, dove è avvenuto il naufragio, per una esperienza coinvolgente e di sicuro impatto emozionale.
MARE E CULTURA
Ecco quindi il binomio che rappresenta qualcosa di inscindibile e che, oltre a costituire l’oggetto quotidiano dell’entusiasmante percorso di ricerca, conoscenza, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale sommerso, è per il futuro di quest’isola qualcosa di più di uno slogan turistico. Sono aspetti di una medesima strategia che non vanno separati, anzi il coordinamento e, soprattutto, l’equilibrio tra le varie azioni, sono la chiave per garantire il successo di ogni corretta iniziativa volta a tutelare il grande scrigno del mare per noi e per le generazioni future.
OFFERTA TURISTICA
La realizzazione degli itinerari culturali subacquei in Sicilia, contribuisce in maniera rilevante ad accrescere la riconoscibilità ed il valore sociale e culturale di un patrimonio, quello culturale sottomarino, a lungo negletto e, soprattutto, in balia di pochi speculatori. Un’operazione che accresce in maniera esponenziale il valore dell’offerta culturale con ricadute sia sull’incremento del livello di conoscenze della popolazione che nell’offerta turistica culturale della Sicilia.
LE NUOVE TECNOLOGIE
Ma vi è di più. Per alcuni siti sono in dotazione ai diving center autorizzati ad accompagnare i turisti, dei visori subacquei che consentono, avvicinandoli al reperto, di vedere direttamente sott’acqua una descrizione del reperto stesso e il suo utilizzo in antichità, accompagnato da foto descrittive e ricostruttive. Un innovativo sistema di fruizione che consente a quella fetta sempre maggiore di turisti subacquei, di conoscere relitti e siti archeologici con grande facilità. Un nuovo approccio multimediale per ammirare i reperti lì nel luogo esatto dove sono stati rinvenuti. Un’esperienza unica da vivere anche con il supporto di nuove tecnologie che rendono la visita subacquea ancora più emozionante.
UN ITINERARIO PER NON VEDENTI
E in ultimo, una iniziativa dalla grande valenza sociale, un’esperienza multisensoriale riservata a subacquei non vedenti. Nei fondali di Acitrezza, un itinerario subacqueo appositamente realizzato, consente a subacquei non vedenti di immergersi lungo un percorso a circa 18 metri di profondità delimitato da una cima guida, e di “toccare” repliche di anfore in resina, identificate da cartellini descrittivi impermeabili realizzati con il sistema braille. Un itinerario subacqueo che ha visto negli anni tante presenze, sia di non vedenti che di subacquei normodotati. Oltre alla parte di itinerario riservato ai non vedenti, una serie di ancore di varie epoche, dalle più antiche in pietra alle più moderne in metallo, sono riservate agli altri subacquei per un’immersione di grande emozione da condividere con chi “vede” con le mani.
LE VISITE VIRTUALI
Quindi ci aspetta, prestissimo, un’offerta diversificata che propone ai turisti subacquei una alternativa complementare alla visita tradizionale e che potrà fornire così un quadro completo della storia della Sicilia. Intanto, in questo periodo, il canale youtube della Soprintendenza del Mare ci può portare virtualmente sott’acqua grazie ai filmati dei principali itinerari sommersi e delle esplorazioni effettuate in questi anni nei nostri meravigliosi fondali. Arrivederci sott’acqua, prestissimo.
Playlist: Acqua e sale – Mina&Celentano
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