Ragazzi, si apre una nuovo capitolo della comunicazione nel calcio. E dovevamo aspettare i cinesi che anche stavolta hanno trovato l’ispirazione opportuna prima di confezionare il loro prodotto. Di cosa parliamo? Ma del video che ha invaso le bacheche facebook, l’arrivo di Antonio Conte all’Inter. Ciascuno di noi, interista o meno, ha la sua opinione sull’arrivo del più iuventino dei mister nella casa della squadra anti Juve per eccellenza. Ma queste sono robette da tifosi mascherati che utilizzano l’arma dell’ironia esattamente come i curvaroli, con la stesso scopo di colpire l’avversario. Le parole al posto delle pietre, ma il concetto è lo stesso.
NON E’ MOURINHO
Ciò che fa effetto è che in un mondo come quello del calcio assai restio al cambiamento e alle novità si sia superata la barriera dell’ovvio, facendo firmare ad Antonio Conte la più inusuale delle dediche al suo nuovo popolo. Perché, diciamolo chiaramente, sulle qualità dell’allenatore non è lecito dubitare, ma le sue capacità comunicative non sono mai state eccelse. Non è mai stato Mourinho, per intenderci, da schivo uomo del sud ogni parola detta è quella di troppo. Una filosofia che non l’ha reso simpatico ai più, ma siccome vinceva….
LE BANDIERE? UFFA CHE NOIA
E vinceva con squadre non proprio eccelse, vinceva perché dava un gioco e una fisionomia a quella Juve che di campioni non ne aveva tanti. E ha vinto a prima botta anche al Chelsea in un campionato che proprio facile non è. E con l’Italietta che s’è trovato fra le mani ci ha fatto divertire, che se non era per le pantomime di Zaza e Pellè, chissà. Conte trasmette emozioni, nelle teste dei suoi giocatori. E le sue squadre emozionano. Punto. Poi se vogliamo frantumarci i cabbasisi con il fatto che le bandiere non esistono più, prego, venghino signori, venghino. Ma è un salto indietro nel tempo, appartiene ad un’altra era e a un calcio che non c’è più.
IL VIDEO CHE SPACCA
E a Conte è stato chiesto di emozionare e di parlare al cuore degli interisti. Di dire loro, ma senza usare tante parole, che ciò che conta è il punto d’arrivo e non da dove si viene. Di parlare con gli occhi, lasciando allo sguardo il compito di chiedere agli interisti di avere fede. E che la nuova avventura parte con uno stile diverso. Il suo. Del resto il tifo è fede, è chiudere gli occhi della ragione e affidarsi ai sogni, che tanto ad agosto siamo tutti sullo stesso piano. Oggi il video di Conte ha spaccato, per usare un’espressione gergale. Spaccherà il campionato? Chissà. Dategli un paio di stelline e un camion di Giaccherini e ne riparliamo fra un anno.
Playlist: I’m on fire – Bruce Springsteen
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