Buon compleanno, Pif. Sono 47, numero che ancora dobbiamo capire bene se porta bene o male, perché a pensarci bene il morto che parla ha il sapore della magia prima ancora del terrore. Chissà se poi da oggi, finalmente, si inizierà a chiamarlo Piefrancesco, cosa auspicabile visto che con il passare degli anni si fa sempre più fatica a chiamarlo Pif. Comincia a spuntare qualche capello grigio, tratto vagamente ereditario di quel gran fustacchione del papà, siamo alle soglie di quella che una volta si definiva mezza età e Pif non si può sentire, non appare più adeguato alla stagione attuale, anagrafica e professionale.
UN ESCHIMO STRETTINO
Finché faceva il cazzarone con la telecamerina ne Il Testimone, Pif gli calzava come un abito sartoriale, non faceva una piega. E magari anche quando diceva a tutta Italia che c’è stato un tempo in cui a Palermo le ammazzatine di mafia succedevano sempre d’estate, almeno quelle più eclatanti. Ma ora che, bontà di registi e produttori, la carriera sembra avere avuto una virata verso la commedia più sofisticata (per quanto possa esserlo la commedia italiana, beninteso), il nomignolo Pif è come un eschimo ripescato da un baule dopo tanti anni: sta un pò strettino ed è comunque stropicciato assai.
DARE DEL TU A MATTEO SALVINI
Figurarsi poi se è possibile accettarlo nel momento in cui il nostro Piefrancesco decide di entrare in pieno nell’agone della polemica politica. Finché se la prende con Crocetta magari Pif è sopportabile, sono cose nostre, argomenti serissimi ma l’interlocutore più di Pif non si merita. Però se ti metti faccia a faccia con il Ministro degli Interni, se vuoi dare del tu a Matteo Salvini e provare a sputtanarlo per bene, per favore, rispettiamo le forme. Via Pif e dentro Piefrancesco.
C’E’ UNA REGINA DEL CUORE?
Oggi che le candeline da spegnere impongono una soffiata tipo monsone, il nostro Piefrancesco ha voluto salutare i suoi amici, virtuali e non, con un video degli Abba. Non è Mamma mia, esclamazione più che legittima per il tempo che passa e neanche Sos che seguirebbe a ruota, piuttosto una dedica alla regina danzante. Una semplice e banalissima scelta musicale, Dancing Queen oppure una vera e propria dedica ad una misteriosa regina di cuore? Ai giornali di gossip l’ardua sentenza.
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