Io Pippo Baudo, 83 anni oggi, me lo ricordo prima ancora che diventasse Pippo Baudo, quando la sgomitata di questo lungagnone siciliano era quasi d’obbligo per trovare un pò di spazio. Era il tempo del dominio assoluto di Mike Bongiorno, dell’astro nascente Corrado, di Lelio Luttazzi e Luciano Salce e di attori quali Enrico Maria Salerno o Alberto Lupo che coprivano gli spiragli lasciati aperti dai professionisti della tv. Pippo Baudo aveva poco più di vent’anni ed erano gli anni ’60. Non è difficile comprendere che non fosse proprio un figlio dei fiori, ma vi possiamo assicurare che rispetto agli standard dell’epoca pipponostro rappresentava la modernità.
PIPPO E MIA MAMMA
Come Pippo Baudo anche la mia mamma sgomitava in Rai, a Palermo nella mitica via Cerda. Vita da impiegata, anche lei nella stagione dei vent’anni, con la stessa tenacia che l’ha portato ad andare in pensione al massimo della carriera e con i gradi. In quelle stanze che lasciavano me bambino a bocca aperta, conobbi tanti di quelli che si vedevano in tv, ma che, confesso, per me erano poco più di niente visto che non erano calciatori. Pippo Baudo era uno di questi, di certo non il più importante.
LA MENSA DELLA RAI
Ricordo Pierpaolo Pasolini e Giorgio Albertazzi, Alberto Sordi e Gino Bramieri. E anche Totò, già anziano e quasi cieco, che imitò la sua imitazione di Alighiero Noschese. Tutti vip di passaggio che trovavano nella sede Rai di Palermo il punto d’appoggio per rifinire il loro lavoro televisivo. Un giorno a mensa, nei locali dell’ex ristorante Carlos Primero, nel tavolo con mia madre e altri colleghi, c’era proprio Pippo Baudo. Era il 1965, pochi giorni precedenti il mio esame di prima elementare (allora a scuola era così).
IL CULO DI PIPPO
Episodio marginale, non ricordo praticamente nulla se non la sua gentilezza. A posteriori potrei dire che sembrava il padrone di casa anche in quel luogo in cui probabilmente metteva piede per la prima volta. Episodio conservato nei cassetti della memoria perché, divenuto famoso, un mese sì e un mese no mia madre mi rammentava di quel pranzo col signor Pippo. E ricordo anche il racconto che la mamma mi fece del culo del signor Pippo, che nell’ambiente si diceva proverbiale.
SETTEVOCI E RIN TIN TIN
Sapete perché debuttò su Rai1 con Settevoci? Non arrivò la prevista registrazione dell’episodio di Rin Tin Tin e fu mandata in onda la puntata pilota del programma condotto da Pippo. Se il cane del west avesse detto presente, chissà. Il successo fu immediato, travolgente, un format innovativo che lanciò diversi giovani cantanti. L’applausometro, chi se lo può dimenticare, in pratica il papà del televoto, con zero possibilità d’intrallazzo perché guardavi e sentivi il pubblico che giudicava in diretta.
NON SBAGLIAVA MAI LE SIGLE
E poi le sigle, Il suo nome è Donna Rosa, composta dallo stesso Baudo con Nino Ferrer voce solista, Una domenica così cantata da Gianni Morandi e W le donne in cui Nino Manfredi/don Nicola faceva la guest star di Marcel Amont, La Quadriglia eseguita da Sacha Distel. Questo per dire che Pippo, già allora, le sigle non le sbagliava mai. Per me Settevoci fu anche Il ballo di Simone, canzone regina per 5 settimane, di Giuliano e i Notturni, che possiamo sentire ancora adesso nelle compilation anni ’60 e nelle feste degli over 50 dove l’importante è far casino a dispetto dell’età.
IL FESTIVAL IN SICILIA
Poi il signor Pippo l’ho incontrato nuovamente da adulto. Udite, udite: sono stato in regia in una sua trasmissione. Era Il Festival della canzone siciliana, primi anni ’80 e Baudo aveva ripreso un legame professionale con la Sicilia, nonostante conducesse Domenica In la domenica e Fantastico il sabato. E il martedì si concedeva questa parentesi sicula grazie ad Antenna Sicilia del suo amico editore Mario Ciancio e a Telesicilia, la tv di Giuseppe Maggio Valveri, leader a occidente, dove il mio essere esploratore di redazione mi portava dal telegiornale alla produzione con eccessiva disinvoltura.
TRE CHILI A PUNTATA
E così, una volta a settimana in viaggio per Catania con la parte del cast che partiva da Palermo per raggiungere Pippo Baudo. Presenza fissa Pino Caruso e con lui Caterina Bruno, la first lady dell’emittenza privata palermitana. E per accordi editoriali il sottoscritto doveva curare la parte della regia televisiva riservata agli ospiti. Inutile dire che trovavo tutto già scritto e firmato da superpippo, ma già eseguire le neanche tanto semplici disposizioni mi faceva perdere tre chili a puntata.
IL BRINDISI CON PIPPO
Oggi che il vostro amatissimo Pippo compie 83 anni faccio fatica a cancellare la sua immagine residua: asciutto nel fisico, capelli neri attaccati alla testa tipo vinavil, dinamico, padrone della scena. Sempre, come quella volta che a Sanremo si arrampicò sulla balaustra della galleria del teatro per fermare un aspirante suicida. Così come maledico ogni mattina quel gran bugiardo del mio specchio che sostituisce il giovane dalla chioma ondulata sino alle spalle, anche lui modello pertica, che sognava rivoluzioni e non solo in tv. Oggi che un brindisi è d’obbligo, che dici Pippo, ce ne torniamo al Carlos Primero?
Playlist: Donna Rosa – Nino Ferrer
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