Giusta alimentazione e ricerca di spazi verdi. La formazione di architetture floreali per favorire l’idea di ecologia e natura. E’ l’impegno di tre ragazzi che piantando un piccolo seme hanno coltivato un’idea enorme: quella di un giardino alimentare che possa vivere all’interno del tessuto urbano della città. Le piante che vincono contro il cemento. E il loro sogno è diventato realtà.
THREE IS MEGLIO CHE UAN
Angelica Agnello (direttrice), Giorgio Vaccaro (presidente) e Claudia Rizzo (socia fondatrice), insieme a professionalità ed esperienze in diversi campi di studio, hanno creato Orto Capovolto, una cooperativa sociale che si occupa di realizzazione di spazi verdi agricoli in città, ma non solo, anche di educazione e alimentazione. “Con i bambini facciamo piccole coltivazioni e vari progetti come agricoltura nelle scuole e interventi pratici di rivalutazione”.
COLTIVA, DIVIDI ET IMPARA
L’associazione nasce nel 2015, proprio nel periodo giusto per far accettare a palermitani e non una piccola rivoluzione. Non è un segreto che, da qualche anno, le attenzioni riguardo alimentazione e natura siano giustamente aumentate. “E’ un trend che esiste da molto. Basta viaggiare per comprendere l’importanza della provenienza degli alimenti e degli spazi green“. …Polmoni ulteriori per chi respira tra lo smog. Il simbolo di un fiore che sboccia da un muro diventa, quindi, poesia e speranza. Bisogna soltanto avere la sensibilità giusta. “Sono un architetto -dice Angelica– e un giorno mi è stato chiesto di realizzare un orto su un tetto. Giorgio si occupa di educazione con i bambini, allora abbiamo unito le due cose, studiato le tecniche e messo su un team”.
I RAGAZZI CHIAMANO…
…Palermo risponde. Tantissimo interesse da parte di genitori e bambini, ma anche dei ragazzini più grandi. “Le soddisfazioni maggiori sono, però, quelle dei progetti di partecipazione attiva che facciamo nei quartieri, dove lavoriamo in squadra con varie associazioni”. Il concetto di lavoro di squadra è alla base, ma è necessario coordinarsi per mesi coinvolgendo più realtà possibili. “A volte loro contattano noi, soprattutto quando si parla di verde urbano. Il nostro campo”. Insomma, sul tema green e alimentazione si deve chiamare Orto Capovolto.
RICICLO CREATIVO
L‘idea è quella di stravolgere lo status quo, organizzare il verde tenendo conto di più punti di vista, applicare una dimensione diversa dell’agricoltura in città. “Noi teniamo in considerazione proprio fattori funzionali e pratici. In scuole e ristoranti abbiamo riciclato vecchi tavoli, banchi, sedie e cattedre dei laboratori in disuso, sono diventati contenitori per ospitare piante e semi”. E’ un riciclo produttivo che tende ad arrivare al cuore dei più giovani. “Abbiamo una biologa nutrizionista, un team multi disciplinare: architetti, educatori infantili, garden designer, l’obbiettivo è quello di utilizzare il verde come strumento non solo produttivo, ma per una migliore sostenibilità sociale e ambientale”. In effetti la natura è si stupenda, ma quando si raccoglie il primo pomodorino rosso cresciuto di propria mano, qualcosa dentro cambia. E s’innesca la fantasia, utilizzare piante da orto per ornamento diventa un gioco utile. “E’ possibile creare bellissimi rampicanti con i tenerumi”.
BACCHETTATA
“Un rimprovero? Eccolo. Due anni fa abbiamo scritto, con altre realtà associative, un regolamento per orti e giardini condivisi in città che sarebbe servito a Palermo per essere più verde. Era un documento firmato a più mani e costituito per richiedere spazi gratuiti e validi per sviluppare progetti di questo tipo…”. Ma ovviamente, in pieno rispetto della tradizione burocratica siciliana, è ancora in Consiglio Comunale. “Pensiamo che l’orto urbano non sia semplicemente un orto, ma un concetto fondamentale nella città contemporanea: uno strumento per lo sviluppo sostenibile a livello ambientale, economico e sociale, come dimostrano le case history mondiali degli ultimi anni. La possibilità di trasformare una città, e gli stili di vita di chi la abita, coltivandola è un pensiero che si sta diffondendo in tutto il mondo“
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