Si è fatto un gran parlare del rigurgito maschilista a proposito del calcio femminile che ha riproposto vecchi schemi, tanto per restare nel gergo sportivo. Ipocrisia da entrambi i lati del campo, con netta prevalenza di chi si ostina a sostenere che il calcio sia uno, non importa se giocato da uomini o da donne. Sono altri gli ambiti in cui è sacrosanto reclamare parità di diritti. Prendete il caso dell’abbigliamento delle vigilesse di Cittadella. Lì tutti zitti, uomini finti progressisti e donne ferme al prologo del manuale del femminismo.

LA NORMA SUL REGGISENO

Sapete cosa è accaduto nel paesino alle porte di Padova che ha rischiato di trovarsi questa estate in serie A? Il sindaco leghista, manco a dirlo, Luca Pierobon ha fissato nuove regole per le vigilesse. La cosa che più colpisce è che l’abbigliamento intimo deve essere color carne. Innanzitutto è obbligatorio portare il reggiseno e che esso dovrà essere di un colore neutro per non creare turbamento.

VIGILESSE SCONTROSETTE

Esperienza personale: ho incontrato vigilesse in diverse città siciliane, atteggiamento molto austero, persino scontrosette come se dovessero evidenziare autorevolezza attraverso u’ malu carattere. A me questo atteggiamento rude e distaccato, quasi militaresco, fa girare i cabbasisi, siano uomini o donne. E comunque per restare in argomento, mai ho pensato a cose tenessero sotto la divisa le donne col fischietto.

“MA STANNO SCHERZANDO?”

“Ma stanno scherzando, giusto sottolineare che la divisa debba essere sempre in ordine, ma qui ci si ferma – sostiene Maria Carmela, vigilessa a due passi dalla pensione, bruna, prosperosa ma sobria, una che negli anni ’90 è sicuro che qualche ammiratore l’avesse -. Non mi è mai accaduto che qualche cittadino abbia avuto uno sguardo malizioso. Anzi, per lo più erano mansueti, forse perché in difetto. Semmai qualche ammiccamento l’ho notato in caserma, ma roba di poco conto, cose che accadono ogni giorno al supermercato”.

TRUCCO E COLLANT

Il sindaco di Cittadella ha stilato un vademecum completo. Collant beige in estate e in inverno, i capelli ordinati e ben curati, cosmetici dai colori sfumati, smalto per le unghie solo trasparenti. Anelli sì, orecchini nì: niente pendenti. Obbligatorio il saluto militare, con relativa dettagli della postura di mano e polso.

GIUSTO IL DECORO, PERO’…

“Capisco il decoro, giusto evitare gli eccessi perché indossiamo pur sempre una divisa e svolgiamo un servizio pubblico. Ma questo è davvero esagerato. E poi mi chiedo: perché a Cittadella non fanno la stessa cosa con gli altri dipendenti che hanno contatto con il pubblico?”. Già, perché? Ma restiamo a Cittadella. Assicura il comandante della Polizia Municipale, rapido ad annusare l’aria che tira, che per chi non si adegua ci saranno provvedimenti disciplinari.

RIVALUTARE LA SICILIA

“Forse è il caso di rivalutare la Sicilia. Da noi non c’è mai stata questa rigidità perché il rispetto per le donne è assoluto e da parte nostra non c’è mai stato un eccesso di vanità, figurarsi di seduzione. La divisa noi la onoriamo e non abbiamo bisogno di un sindaco che ci dice di che colore mettere il reggiseno o le calze. Posso azzardare? La concezione che hanno delle vigilesse è da film porno“.

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