Tempi lenti, morbidi, ambiente ristretto. E quelle persone, sempre le stesse. Una cornice da film, ristoranti da favola e scenari da cartolina. Francesca mi racconta Pantelleria, la sua isola, il posto che è stata costretta ad accettare per necessità, perché il suo lavoro è lì, insieme agli anziani, ai disabili e alle difficoltà. Da 5 anni sull’Isola di certo non pensava che il suo futuro sarebbe stato a metà tra la sua terra e l’Africa, per aiutare gli altri.
DAL MACRO AL MICRO
“Su quasi 8.000 abitanti l’utenza è elevata. Basti pensare che ci occupiamo di patologie del linguaggio, ma anche di tipo genetico”. Il centro per il quale lavora è un servizio dell’Asp gratuito messo a disposizione per gli abitanti dell’Isola che usufruiscono della legge 104 o che fanno terapie specifiche per i disturbi dell’apprendimento. “Non avrei mai creduto di dover vivere qui, dopo la laurea a Palermo pensavo di trasferirmi nella città in cui sono cresciuta e mi sono formata”. Francesca è originaria della provincia di Trapani ma si è innamorata di Palermo, del Cassaro e dei Quattro Canti, le piacciono le arancine a Santa Lucia e lo sfincione tutto l’anno. Ai tempi dell’università era diventata palermitana di adozione e a Palermo ha lasciato una parte di sé.
‘U VAPURE’ E LE STAGIONI
La vita dei panteschi gira attorno ‘o vapure”, la nave che segna i momenti, scandisce le storie e le vite di ognuno. “Tutto si muove secondo i ritmi del mare, se arriva la nave significa che è arrivato o partito qualcuno, turisti in estate e forestieri in inverno. Quando arrivano le navi merci poi, significa che possiamo andare a fare la spesa”. Impensabile per chi vive sulla terraferma fatta di catene di supermercati dove il ‘troppo’ è all’ordine del giorno e il maltempo non ferma l’economia. A fare da scadenzario poi sono due eventi, l’estate a il carnevale: giovani e anziani fremono aspettando turisti e curiosi, si incontrano, radunano e si divertono per poi aspettare ancora.
NON È UN POSTO PER MOLTI
Francesca lavora a Pantelleria da 5 anni nel centro ma è amareggiata dal fatto che in tutti questi anni non abbia mai ottenuto un riconoscimento, una promozione, una proposta di trasferimento. “Quando qualcuno va via i datori di lavoro si rendono conto di quanto sia difficile trovare qualcuno disposto a prendere il suo posto sull’Isola. Se ne accorgono, ma poi lo dimenticano.”
LE CONTRADDIZIONI DELL’ISOLA
Pantelleria è l’Isola del vento, le viti e gli ulivi sono bassi per evitare che vengano distrutte. I giardini panteschi, di forma circolare hanno una storia antichissima, tipicamente mediterranea, legata probabilmente alla simbologia del ‘giardino-grembo materno’, spazio sacro contraddistinto dalla “chiusura”. Di fatto servono a proteggere le coltivazioni dai venti e per trattenere al proprio interno l’umidità notturna. Un’isola aperta all’Italia e all’Africa al tempo stesso ma che chiude e tiene dentro sé storie, tradizioni e segreti, ma anche chi vorrebbe semplicemente tornare.
Playlist: The day i die – Island
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