Quando è arrivato in Ungheria non era niente. Diceva il suo nome, Gaetano Guaiana, ed era come firmare con la X, insomma nessuno. Da quella firma, il nome d’arte che se oggi lo pronunci ad alta voce in un bar qualunque di Budapest, ti rispondono cantando le sue canzoni. Come dire Vasco Rossi al Roxy Bar di Bologna, ma lui è Erox Martini e siamo nell’Europa dell’Est.
TRENT’ANNI IN BALLO
Sei album. Disco d’oro e disco di platino nel 2006. Il premio Award Green nel 2012. Stiamo parlando di una pop star da trent’anni sulla cresta dell’onda in Slovacchia, Slovenia, Romania, Svizzera, Ucraina, Inghilterra e Belgio; una voce che ha aperto concerti di nomi di un certo livello. Fammene uno: “Demis Roussos”. Un cantautore italiano, anzi siciliano, anzi palermitano, anzi della Kalsa che però in Italia torna ad essere quella X di cui parlavamo in apertura.
MA IN ITALIA NON LO CONOSCE NESSUNO
Da mangiarsi il fegato: “No, non è frustrante, ma dispiace che quanto fatto fuori non abbia raggiunto i miei compaesani – racconta – per questo sto cercando di rimediare facendo sapere che un palermitano che è andato via ce l’ha fatta. In Ungheria mi chiedono gli autografi, sono circondato dai fans. È bello. So il lavoro che ho fatto, ma sento che c’era un destino, un disegno. Adesso faranno anche un film su di me, quali altre pretese dovrei avere?”.
(il nuovo singolo: Cos’è l’amore)
IL PIANOFORTE ALLA KALSA
Il periodo delle superiori con gli amici, la chitarra sulla schiena e la voglia di andare giù in città perché Palermo era un’altra cosa, il quartiere Kalsa era un altro pianeta: “Quando ci trasferimmo dalla via Napoli alla Via Bari, nel nuovo appartamento trovammo un pianoforte verticale tutto scassato – spiega – mio padre mi disse se avevo voglia di imparare e allora lo fece aggiustare. Poi da autodidatta mi misi seriamente all’opera, cominciai pure a cantare i Pooh, le canzoni di Baglioni”. In quegli anni se avessi chiesto a Gaetano dove fosse l’Ungheria, non ti avrebbe saputo rispondere.
DAL CABARET AI BERSAGLIERI
Da un tasto all’altro, Palermo come un pianoforte, il passo è breve: “Riuscì a inserirmi con la musica nella Palermo del cabaret, Felice Calò era mio padrino, c’era Gino Carista, Burruano, Butera. Poi andai a Cts, alla trasmissione Più meglio della Rai e con Mario Renzi suonavamo. Lo seguivo al pianoforte”. Poi finito l’istituto per geometri, arriva la chiamata per il servizio di leva: “Bersaglieri, truppe corazzate – racconta – sei mesi, poi l’Arma dei carabinieri”. La musica però rimaneva il chiodo fisso: “A Milano partecipai al concorso Rino Gaetano, arrivai quinto”.
“SULLE TRACCE DEL SUCCESSO”
Nel frattempo il padre moriva e sulla Stampa usciva il titolo carabiniere-cantante sulle tracce del successo. Finito il periodo di leva, rimaneva solo la musica e una donna ungherese bellissima: “Ci siamo amati tantissimo e fu facile convincermi a lasciare l’Italia per l’Ungheria, mia madre era triste, ma mi lasciò andare”. E meno male, perché la storia con l’ungherese finì dopo sei anni, ma in Ungheria ne cominciava una più grande con la musica.
BUDAPEST
“Cominciai come solista negli hotel, c’erano i cosiddetti review come il Lido, il Moulin Rouge, il Maxime. Molto rinomati, il mio show di tre canzoni lo ripetevo in ogni locale, tutte le sere e tutte le notti. Cantavo cover italiane – ricorda Erox – E poi sono stato il primo al mondo a cantare le canzoni ungheresi in italiano, ebbi tanto successo”. Poi fu il tempo del cantautorato: “Scrissi L’amore e la notte, ritmo latino che piacque anche ai Ricchi e Poveri, da convincerli a chiedermi di aprire un loro concerto. Il successo e l’apprezzamento mi rese più disinvolto e ispirato, le radio passavano i pezzi, i dischi si vendevano. Conquistai il disco d’oro”.
CITTADINO DEL MONDO
E oggi all’Arena Plaza di Budapest un bagno di folla accoglie Erox Martini e il suo nuovo singolo Cos’è l’amore. E non importa se tra gli spettatori, in pochi fossero italiani. Erox non è più una X, Erox è della Kalsa, è palermitano, è siciliano, è italiano, è cittadino del mondo.
Playlist: Budapest – George Ezra