Sei colori, simbolo di orgoglio ed emancipazione. È la bandiera della libertà sessuale, che racchiude la maggior parte delle sfumature cromatiche dell’arcobaleno: ogni tonalità tocca l’altra. Ogni colore, diverso da quello a lui vicino, dona una visione individuale di se. Ogni contrasto si fonde, morbidamente, e nulla stona. La visione d’insieme è perfetta, armoniosa. D’altronde è la natura ad ispirare e la natura non sbaglia mai. All’arcobaleno si è ispirata Gloria Ciprì che di mestiere fa il gelato. La sua gelateria, all’interno del Cassaro, tra la via Roma e il Corso Vittorio Emanuele, è una tradizione. Niente coloranti, niente sofisticazioni, solo latte o acqua, zucchero e frutta fresca. Ha cambiato identità allo storico negozio di suo nonno, che vendeva vestiti, e nel 2013 si è messa a fare gelati. Sono arrivati importanti riconoscimenti, con citazioni su Gelaterie d’Italia 2018, Gambero Rosso, Michelin, le Guide di Routard  e le Guide di Repubblica.

GELATO MULTICOLORE

gelato rainbowGloria è omosessuale e non ne fa un segreto. Per lei la sessualità è multicolore, come l’arcobaleno. Come il gelato che ha inventato, in onore dell’undicesima edizione del Gay Pride a Palermo, che passerà proprio dal suo negozio-laboratorio. Nel 2017 ha fatto i ghiaccioli rainbow e li ha omaggiati ai ragazzi quando sono passati i carri:  “La città è quello che è – ci racconta – e aumentano i casi di omofobia. Io ci tenevo a fare di nuovo qualcosa per la parata. Per non ripetere la stessa cosa dell’anno scorso – continua Gloria – ho scelto di fare dei gelati al banco, non solo di colori ma anche di sapori. C’è il verde del pistacchio, il rosso della fragola, l’arancione della guava – un frutto esotico -, il viola della violetta, il blu dalla spirulina e il giallo del mango. L’anno prossimo, chi lo sa, mi inventerò qualcos’altro”.

NOCCIOLA E PISTACCHIO

Il gelato è diventato per Gloria un punto fermo della sua vita. Le dà da vivere e rappresenta la sua idea vincente, quella che ogni persona cerca per far decollare la propria esistenza. Ma non è solo una questione di soldi o di gusti, anche quando parla di sociale e di diritti, lei deve per forza farci entrare le sue dolci creme: “Abbiamo fatto un passo avanti qualche anno fa sui diritti LGBT – racconta – ma nell’ultimo periodo stiamo tornando indietro. Ci sono quelli che scelgono solo e sempre nocciola e pistacchio. Ci sono persone che vengono educate in un certo modo e non hanno apertura mentale. A queste persone hanno insegnato che esiste solo il rapporto uomo e donna. Tempo fa, nel mio locale, due ragazze si sono date un bacio pulitissimo e i clienti se ne sono andati indignati. “.

IL PRIDE

Quest’anno Gloria non potrà andare alla parata perché il lavoro è troppo, ma per fortuna il pride, nel suo percorso, passerà dalla sua gelateria.  Avrebbe voluto partecipare per condividere il momento, per fare gruppo: “Non è sufficiente una parata una volta l’anno – afferma – per far capire cosa è davvero importante. Servirebbe anche qualcosa o qualcuno che spieghi meglio cosa c’è dietro il gay pride, che è anche un modo per sentirsi più forti perché non si è soli. Per questo partecipo ogni anno – prosegue Gloria -. Non mi vesto da uomo, non mi piacciono gli eccessi. Ma ognuno è libero di vivere il pride come meglio crede. La parata può essere vista come una festa ma anche come un modo di spogliarsi da quelli che sono i vestiti giornalieri. Ognuno – conclude – mostra ciò che vuole mostrare, ognuno la vede a modo proprio”.

PLAYLIST: Somewhere over the Rainbow – Israel “IZ” Kamakawiwoʻole