Un concorso ti cambia la vita. Lo sanno bene i giovani medici abilitati che tentano l’accesso alle scuole di specializzazione. Giuseppe Di Liberto è uno di loro, un camice grigio. Insieme ad altri 19 mila medici siciliani, lo scorso 2 luglio è partito da Palermo per Catania: dopo aver pagato trasferimento, Bed and Breakfast e 100 euro di tasse ha provato ad accaparrarsi un posto in una graduatoria di cui non conosce i parametri.
CONCORSO A OCCHI CHIUSI
Giuseppe mi racconta di aver lavorato nelle guardie mediche della provincia di Palermo. Per la legge però non si può esercitare per più di tre mesi l’anno, così la maggior parte dei medici tenta la strada della specializzazione. “Non era la prima volta che partecipavo al concorso. Quest’anno non sappiamo quanti sono i posti a disposizione, sto partecipando alla cieca”. Il bando infatti sarà pubblicato solo quando sarà disponibile la graduatoria. “In questo momento conosciamo solo i nostri punteggi, ma sono solo dei numeri, dovremo aspettare settembre”. Una situazione di caos e confusione aleggia anche nelle modalità di partecipazione al concorso. La quota di partecipazione deve infatti essere saldata prima della pubblicazione dei posti disponibili. “Quei posti non li conosciamo, non sono stati ancora pubblicati. In molti non hanno pagato e pagheranno solo se hanno ottenuto una buona posizione” precisa Giuseppe.
RACCOGLIERE LE BRICIOLE
Giuseppe Di Liberto aveva affidato il suo sfogo a Facebook. A Catania è partito in compagnia della speranza ed è tornato insieme all’angoscia. “A prova terminata incrociavo gente che piangeva, che telefonava a casa e si scusava con la famiglia. Affidiamo il nostro futuro a 140 domande a risposta multipla che provano a definire chi siamo e chi saremo”. Dal 2014 infatti non è più possibile scegliere che tipo di medico vuoi essere e dove specializzarti. Il concorso è su base nazionale ma viene svolto nelle regioni di residenza. Chi arriva prima sceglie la specializzazione da intraprendere, gli altri si accontentano e ripiegano sulle professioni scartate da chi ha avuto i punteggi migliori in graduatoria.
ASPETTANDO CIO CHE RESTA
C’è chi prova ogni anno, non esiste un limite di tentativi, e nel frattempo costruisce la sua vita. C’è chi si sposa, mette su famiglia, chi compra casa e chi va a convivere. C’è chi aspetta. “C’è gente che era entrata ma poi decide di cambiare e rifare il concorso. In quel caso il posto resterà vacante e la borsa di studio persa”. Per tante persone che ce la fanno, altrettante decidono di cambiare. “Il sistema non ti permette di scegliere e, accontentandoti, rischi di essere costretto a lasciare perché semplicemente non è quello che vuoi fare da grande”. Giuseppe mi confida che vorrebbe scegliere psichiatria: “Mi sono occupato di migranti con disturbo postraumatico ma adesso so che farò quello che rimane.
TRENI SBAGLIATI
Una via di mezzo, una storia che accomuna tantissimi camici grigi, medici che non riescono a lavorare per mancanza di possibilità di entrare in un canale formativo post-laurea. Un moderno limbo fatto di speranze, attese e tentativi, spesso troppi, che il più delle volte si trasforma nella scelta sbagliata: il treno preso al volo per paura che possa essere l’unico e l’ultimo della propria carriera.
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