Salutiamo Michele, anima bella che la sua ribellione l’ha vissuta con allegria. E che ci piace pensare abbia sfoderato il migliore dei sorrisi quando ha capito che il suo cuore aveva deciso di chiudere la partita. Il fischio finale non può averlo colto impreparato, ma gli ultimi minuti li avrà vissuti senza patemi perché la partita è bella da giocare al di là del risultato. Michele aveva ripreso in mano la sua vita, ma sapeva che il destino che tante volte gli aveva girato le spalle avrebbe potuto chiudere i conti. Rudemente, da un momento all’altro.
IL CONFORTO DELLA FEDE
Quando un uomo giovane chiude il suo percorso, c’è sempre sgomento e frustrazione. Il conforto della fede può solo attenuare la rabbia, umanissimo sentimento che invade le menti di chi naviga a vista nei mari dell’esistenza. Michele di questa sua vita non ha perso un solo secondo. Ne ha succhiato la linfa fino in fondo, mettendo schermi e paletti davanti a tutti quelli che hanno provato a deviarne il destino.
EROE E VITTIMA
L’atto d’amore più vero è conservare senza rimpianti la sua memoria che è testimonianza di vita. Ciascuno è eroe, ciascuno è vittima, se solo si cambia il punto di osservazione. Michele è stato eroe e vittima, ha vissuto le sue passioni con una generosità che confina con l’assurdo. Ha scalato le sue montagne con l’ardore e l’incoscienza di un alpinista sempre votato a battere sentieri inesplorati. Il pericolo è dietro l’angolo, sempre, ad ogni passo, ma si va avanti, picchetto dopo picchetto.
LA MORTE NON HA VINTO
Non ci può essere consolazione per chi resta se ami una persona di cui non sentirai più la voce, l’odore, il suono della risata. Non ci può essere consolazione se ritieni che la morte abbia la potenza di cancellare. Ecco perché da oggi si dovranno vedere sorrisi quando ciascuno riavrà la sua sagoma inconfondibile davanti agli occhi. Perché la morte non ha vinto.
LE CATENE SPEZZATE
Accompagnerà chi gli ha voluto bene la consapevolezza che tutte le catene di Michele si saranno spezzate, liberandolo per sempre da ogni paura. Perché anche l’uomo più coraggioso, il più impetuoso, il più irruente, coltiva dentro di sé la paura di una vita altra. Michele anima buona, ha avuto questa fortuna. Nessuna paura per lui che ha beffato la morte. E poi le ha sorriso.
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