L’opera dei pupi è viva e si rinnova. Da un perfetto incrocio tra la lirica e la rinomata tradizione siciliana , nasce Medusa di Giacomo Cuticchio, laureato in pianoforte al Conservatorio di Palermo, che ha composto questa tragedia in musica su un libretto del giovane scenografo, librettista nonché ideatore del concept dello spettacolo, Luca Ferracane. Un omaggio alla musica barocca e al compositore Claudio Monteverdi, uno dei padri del melodramma italiano: “Medusa è una sfida che ho voluto raccogliere – racconta Giacomo Cuticchio -. Si tratta della mia prima opera lirica. Mi sono messo in gioco sia da compositore, sia da puparo. Ho scritto una partitura che è una sorta di grande pianola, come quella che abbiamo al teatrino. Ho messo dentro tutti i ritmi delle lotte, delle battaglie, delle marce e tutta l’epicità dell’opera dei pupi, che sono presenti in tutte le musiche che scrivo. Con Luca Ferracane, il librettista – continua – abbiamo in comune una passione sfrenata per la musica barocca e rinascimentale. Medusa non è una vera e propria opera lirica – spiega – ma una tragedia in musica di 90 minuti divisa in quattro quadri. Un po’ diversa dalla struttura tradizionale delle classiche rappresentazioni operistiche”.
LO STAFF
Giacomo, figlio di Mimmo Cuticchio, ha provato a coniugare l’arte di famiglia con la musica lirica. Grande consenso al debutto di Medusa al Palazzo D’Aumale di Terrasini, con circa 500 persone che hanno assistito allo spettacolo. Sul palcoscenico si è esibita un’orchestra di 50 elementi, compresa di pianoforte e clavicembalo, immancabile nella musica barocca. E poi i pupari, Mimmo e Giacomo, padre e figlio, e i manovranti. Nel ruolo di Medusa il soprano Federica Faldetta, mentre Corinna Cascino ha interpretato Atena. Il possente timbro del baritono Francesco Vultaggio si è ben immedesimato in Poseidone. La regia è stata curata da Mimmo Cuticchio e dalla moglie Elisabetta Puleo, che è anche curatrice dell’organizzazione: “Volevo un gruppo vero per il mio spettacolo. Ho selezionato pertanto, “ca’ cannilicchia“, un gruppo formato solo da sognatori come me – racconta il compositore puparo -. Nell’orchestra ci sono suonatori che si esibiscono nelle bande delle Madonie e il Coro Sine Nomine del Maestro Salvatore Scinaldi è pieno di giovani arditi e felici”.
LA VIOLENZA DI POSEIDONE
La trama è la versione di Ovidio: Medusa, violentata da Poseidone nel tempio sacro di Atena. La Dea si vendica con la giovane fanciulla e la trasforma in mostro – con i serpenti al posto dei capelli – che da quel momento tramuterà in pietra chiunque la guardi negli occhi. Questa immagine ha ispirato Giacomo Cuticchio, che ha rivisto in Medusa la bellissima Sicilia, che troppo spesso viene violentata e deturpata. “Abbiamo focalizzato la nostra Medusa sull’antefatto. Era una creatura meravigliosa, figlia di uomo e di donna. In una scena bellissima, sotto il firmamento e la luna, la giovane prega per l’arrivo del suo amore che fa il pescatore. Spunta però Poseidone, un Dio che non teme nessuno, un po’ cafone. La solita storiella del più forte contro il più debole”.
MEDUSA E LA SICILIA
“Medusa siamo noi – afferma Cuticchio -. Questa Sicilia, culla di tante civiltà, che viene stuprata dai più forti che passano e dettano leggi. Sarebbe un po’ banale – continua – dire che siamo stuprati dalla politica o dalla mafia. C’è un sistema che si è innescato legato a tutta la nostra società. Oggi sono tutti quanti più impegnati a farsi la storia su Instagram piuttosto che guardare in faccia i reali problemi. Siamo vittime di noi stessi. Medusa è anche un omaggio alla donna, visti i tanti femminicidi”.
LA MACCHINA DEI SOGNI
L’evento è inserito all’interno del festival La Macchina dei Sogni, creato da Giacomo, papà di Mimmo Cuticchio e nonno di Giacomo junior, e giunto alla 36esima edizione. Tre week-end di spettacoli tra Palermo e Terrasini, che si concluderanno il 4 agosto. Il prossimo appuntamento sarà il primo agosto, con la proiezione dello spettacolo La visita guidata all’Opera dei Pupi, del puparo palermitano Mimmo Cuticchio e del Maestro Salvo Licata. Il 2, il 3 e il 4 agosto, la famiglia Cuticchio si esibirà ne Il meraviglioso viaggio di Astolfo sulla luna, spettacolo che si sposa bene con le celebrazioni del 50esimo anniversario dello sbarco dell’uomo sul satellite bianco.
L’OPERA DEI PUPI STA BENE
La bella notizia è che l’opera dei pupi è viva e sta bene, così come sottolinea lo stesso Cuticchio: “Tutti parlano di morte, di fine di una tradizione e invece non è così – sottolinea Giacomo -. La tradizione si rinnova e siamo felici di presentare questa nuova creatura, una prima mondiale in tutti i sensi, anche dal punto di vista tecnico. Nessun puparo compositore – spiega orgogliosamente – aveva mai scritto un’opera per pupi e orchestra. Questa operazione che abbiamo fatto è titanica, da ente lirico. A realizzarla è stato un semplice marionettista, con il sostegno dell’Associazione Figli d’Arte Cuticchio. Vero è che non stiamo morendo – continua – ma c’è voluto di più di un semplice teatrino di marionette per realizzare tutto ciò. E ancora nemmeno io mi sono reso conto del tutto di ciò che abbiamo fatto. Il nostro è un teatro contemporaneo, non ho mai pensato ad un rilancio. Siamo una famiglia che fa l’opera dei pupi da generazioni, tramandandola da padre in figlio, ereditando la scuola della famiglia Greco, risalente al ‘700. In questi secoli ogni puparo ha trovato un proprio estro. Non credo che con questa novità io abbia tradito nessuno. Scrivo da anni musiche per i miei spettacoli. Questa di Medusa – conclude – è stata un’operazione bellissima e dopo questa ce ne saranno tante altre”.
PLAYLIST: Come una Turandot – Irene Fargo
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