Come ogni anno avevo messo in preventivo di non potere assistere alla prima partita
stagionale del Palermo. Si gioca, infatti, sempre a cavallo della fine delle ferie ed io che amo
godermele fino all’ultimo secondo (trovandomi spesso fuori dall’Italia) ho sempre dovuto
accontentarmi degli highlights dell’indomani. Una volta, addirittura, seguii il fine match di un
Palermo – Genoa in diretta… sul televideo! E quando vidi lampeggiare il gol rosanero (El
Kaoutari al 90º) mi sembrò di essere alla Favorita talmente fu la gioia last second!
A maggior ragione quest’anno, in serie D e senza ancora copertura televisiva per le
trasferte, davo per scontato il mio forfait per Marsala – Palermo.

SORPRESA, C’È LA DIRETTA!

Mentre mi trovavo in quel di Favignana, isola paradossalmente vicinissima in linea d’aria
proprio a Marsala, venivo però a sapere che l’evento sarebbe stato trasmesso in diretta ed
in chiaro su un’emittente privata. Ok, ma come faccio a non dispiacere la famiglia? Dovrei
rinunciare al nostro ultimo giorno di vacanza insieme dopo un anno di sacrifici! Non sarebbe
giusto.
E allora la prendo alla lontana: “Sai, domenica il Palermo lo fanno in diretta e in chiaro.”
“E tu ci tieni a vederla?”
“No, che c’entra… Noi andremo al mare, siamo in vacanza. Non posso farmi condizionare la
vita!”. Falso come Giuda, bugiardo come Pinocchio. Ma non mi abbatto.

TROVARE UNA SOLUZIONE? SI PUÒ FARE

Trovo la prima soluzione: il sabato un virus intestinale mi blocca a letto con febbre, crampi
addominali lancinanti e altro che vi risparmio volentieri ma che l’immaginario collettivo può
intuire benissimo.
Nel dubbio comincio a pregare quasi tutte le divinità di ogni religione esistente affinché una
bella bottazza di malo tempo si abbattesse sul trapanese, isole comprese.
Incredibile, è Domenica. E piove!
Sento la vittoria vicina. Pioggia e condizione di salute precarie mi fanno pensare che la
partita proprio non può togliermela nessuno.

LA PARTITA? LA VEDO, NON LA VEDO. SÌ, LA VEDO

Ma passano le ore e “purtroppo” sto meglio; non è sufficiente millantare un vago stato di
spossatezza: u bonu un si pò finciri malatu , mi hanno sempre insegnato i miei genitori.
Nel frattempo la pioggia lascia spazio al sole, dal grigio delle nuvole riappare l’azzurro del
cielo. “A posto, e finìu a partita!” mi diceva la vocina inesorabile della mia coscienza.
Ore 14.30 e nonostante la nostra pupa stesse dormendo siamo in macchina direzione
spiaggia. È ufficiale, è finita. “E tanto io non ci tenevo”, mi ripetevo internamente mentre
aprivo il terzo pacchetto di fazzolettini per asciugare le lacrime.
Giunti in loco, però, ci accorgiamo che le nuvole hanno di nuovo coperto l’azzurro del cielo e
che soffia un venticello fresco e pungente che non invoglia per niente la permanenza sulla
sabbia.

COME FANTOZZI

In sei secondi siamo già in macchina, in due minuti siamo già nel nostro appartamento ed al
terzo minuto sono già piazzato davanti la TV come Fantozzi per la famosa Inghilterra – Italia.
Per essere completo mi mancano soltanto il frittatone di cipolle e il birrone gelato di
fantozziana memoria, ma c’è il Palermo: posso ritenermi soddisfatto. Attenzione: il tutto
avviene mentre la pargola continua a dormire beatamente, strafottendosene di virus,
previsioni del tempo, spiagge e partite di pallone.

E’ LA SERIE D, BABY…

E allora via. Calcio di inizio, gioco confuso, occasioni col contagocce: è la serie D, baby.
Inizio a memorizzare nomi e posizioni dei nostri e santìo in 23 lingue diverse quando
Ricciardo si mangia un calcio di rigore. La partita scorre; passa il primo tempo, inizia e vola
anche il secondo avviando il match ad un laconico 0-0.

IL COLPO DI SCENA

Al minuto di gara 35 e 30 secondi, il colpo di scena. Sottocchio vedo la bimba sveglia, in
piedi sul lettino (collocato in altra stanza) ed in cerca di qualcuno che la prendesse.
La mamma ne sta approfittando per un legittimo riposo e quindi … “Arrivo amore di papà, ti
prendo.”
Ed è proprio mentre sto prendendo in braccio la bimba che sento uno strano acuto provenire
dalla TV. “Non ci posso credere” – mi dico subito ad alta voce – “non ci posso credere” –
ripeto a voce ancora più alta – “vuoi vedere che ha segnato il Palermo?”
Bimba presa a volo, corsa davanti la televisione: Marsala – Palermo 0 a 1 e giocatori col
pallone al centro del campo. E figuriamoci se in questa emittente locale esiste un cavolo di
replay…

LA GRANDE BEFFA

La beffa delle beffe: non ho visto il gol, non so chi ha segnato. Non so se ha segnato di
destro, sinistro, stinco, testa, spalle, ginocchio, orecchio. Proprio come il Fantozzi di cui
sopra mi manca soltanto andare in giro arrampicandomi sulle finestre chiedendo “scusi, chi
ha fatto palo?” Perché dopo tanti sacrifici, virus intestinali e danze della pioggia, questa nanerottola -che
ora mi guarda sorridente e gioiosa – mi ha fatto appizzare il gol partita, l’essenza del calcio,
la sublimazione del gesto sportivo pallonaro; ed io non posso dirle altro che… “Amore mio,
hai dormito bene?”.

MA UN GIORNO…

Ma dentro me pregusto già come rifarmi. Se solo per puro, purissimo caso, fra qualche anno
dovesse piacerle il cartone di “Candy” – giuro! – neanche il tempo della sigla e le spiattellerò
a brutto muso che “è inutile innamorarsi di Anthony; sto coglione muore cadendo da cavallo
durante una caccia alla volpe e Terence fa lassa e pigghia con Candy e Iriza ‘a
cumminienza fino a quando non diventa un tossico da clinica riabilitativa!”.
Allora, soltanto allora, il gol di Lucera sarà stato veramente vendicato.

Playlist: Candy Candy