E il San Tommaso si imbarcò alla volta di
Palermo. Si proprio così l’avversaria prossima dei rosanero che a Napoli ha preso la nave, il vecchio “postale” come si diceva una volta, per sbarcare in città dopo 10 ore di viaggio. Come un manipolo di eroi, borse e scarpe al seguito, sul vascello verso l’approdo per battagliare, pronto a buttare il cuore oltre l’ostacolo, sino all’ultima stilla di sudore, alla ricerca dell’impresa.
Un rigurgito di calcio d’altri tempi: alla faccia dei charter, di vezzi e lazzi e primedonne, di trasferte con pletore di aggregati e qualche volta imbucati. Un vero e proprio fenomeno sportivo dal basso il San Tommaso, squadra di un quartiere di Avellino, che sino a qualche anno fa non immaginava di poter un giorno sbucare dal sottopassaggio della Favorita (nel 2016 in prima categoria).
In nave e magari con annessa visita al nostro centro storico e sempre con un occhio attento al budget per hotel e vitto, all’antica,col buonsenso delle squadre venite su a colpi di sacrifici di appassionati sportivi genuini e veraci.
QUANDO ERO GIOVANE…
E quando ho saputo della nave sono riemersi i ricordi di giovane calciatore: le riunioni prima della gara nello spiazzo del quartiere, le trasferte con il costo la benzina diviso tra tutti e l’odore dei panini con la frittata dal bagagliaio. E l’unico paio di scarpini buoni ingrassati rigorosamente la sera prima, spogliatoi fatiscenti e gocciolanti, la pizza offerta dai genitori al seguito dopo una vittoria inaspettata.
BENVENUTI IN SERIE D
Pragmatica e risoluta questo San Tommaso (sarà ’ il nome del santo che porta…..), che dopo anni di palcoscenici precari fa esordire nel nostro stadio la serie D. La catastrofica radiazione porta con sè in dote anche gocce di normalità tanto sorprendenti quanto gradite. Benvenuti al Barbera, benvenuti in serie D.
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