Quattro vittorie di fila e 16mila cristiani a sudarsi la pagnotta, tra curve e gradinate, in un’impari sfida contro i 33 gradi del primo giorno d’autunno. Un’altra domenica di altro calcio con applausi alla squadra avversaria, buona prassi che si ripete, e interi nuclei familiari allo stadio come negli anni ’60. E’ il Palermo di Mirri e dei palermitani che hanno adottato questa squadra azzerando le distanze che c’erano sino a qualche mese con i capo condomini di via del Fante.
UN CAZZOTTO SUL MUSO
Può sembrare un paradosso, ma di questo primo mese la cosa meno importante sono stati proprio i risultati. Per carità, essere a punteggio pieno è un grande segnale di forza, un jab sul muso di quegli avversari che saranno incollati alla scia della capolista sino alla fine. Ma vuoi mettere essersi lasciati alle spalle tutto quello schifo che ha ammantato il Palermo da qualcosa di più di un anno?
LA FACCIA DELLA DIGNITA’
Perché una cosa è certa, il dilettantismo regalato da una combriccola di furfanti ha anche un’altra faccia. E si chiama dignità. La dignità con cui è stata assorbita questa catastrofe sportiva e che ha saputo generare entusiasmo e partecipazione. Elementi fondamentali in qualsiasi categoria. E se è vero che vincere aiuta a vincere, questo poker è l’antipasto che tutti s’aspettavano. Rustico, panelle e crocchè, ma cucinate con l’ogghiu fitusu che sa insaporire il giusto.
ORGOGLIO ROSANERO
A Microfoni spenti – Nella settimana dell’inchiesta giudiziaria sugli Ultras della Juve, lo striscione a favore del tifoso catanese condannato a Catania per l’uccisione dell’ispettore Raciti non può stupire. Gli stadi, in piccolo, sono lo specchio della società. In tutto il mondo. E quei metri di stoffa, a Palermo, non è la prima volta che raccontano orribili pensieri. Innocui, quando inneggiano, riconoscenti, a Daniela De Angelis. Ma alla difesa d’ufficio di un condannato per omicidio preterintenzionale non ci si può e non ci si deve rassegnare. Perché squalificano una città e quella massa di persone che oggi portano nuovamente con orgoglio la maglia rosanero.
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