C’è poco da fare. Gentili si diventa. Tutto dipende da quanto sei indulgente con il tuo mondo. Perché se sei stronzo e pieno di pretese con te stesso, come puoi essere meglio di così con gli altri? Occorre guardarsi con occhi buoni, per avere sugli altri lo stesso sguardo. E questo si impara, è frutto di un cammino complicato. Perché la gentilezza non è un fatto di educazione. Si può essere educati e gelidi. Ma abbiamo bisogno di calore. La gentilezza è fiamma che non brucia. 

LA MIA EX

Inciampavo su questi pensieri sconnessi quando mi ha fermato la mia ex, c’ho praticamente sbattuto contro. “Senti Pietro – mi fa – dovresti accompagnarmi”. La guardo ammirato e con fulmineo pensiero sosto sulla passione andata. Questione di un attimo… resta il fatto che Beatrice non è stata mai così bella come ora. La separazione fa miracoli. Agli altri… ridacchio facendo rimbalzare la mia immagine su una vetrina…

SIGNORA, VENGO CON LEI

Ma sì, che mi costa, non ho nulla da fare. Signora vengo con lei, le rispondo con un sorriso un po’ scemo tra le labbra. Forse troppo, a giudicare dal suo sguardo perplesso. Comunque sia, un po’ curioso, la seguo. “Guida tu”. Ok, ma verso dove? “Basta domande, vai dritto”. Mi sono sempre fidato di Bea, non mi viene difficile farlo ancora. Lei, poi, è sempre stata quella delle strade giuste. E io quello capace di perdersi ovunque o di rendere complessi e arzigogolati tragitti semplici: sono la fantasia sull’asfalto. Così, anche se guido io, decido di ‘starle dietro’. Da qualche parte so che arriverò. 

MI PRENDE LA MANO…

“Gira a destra, poi vai diritto… ma che fai, è rosso! Frena! Ecco qua, a sinistra, davanti a quella porta”. In effetti da qualche parte siamo arrivati. Non so dove però. Spengo il motore, scendiamo. Lei mi prende la mano e mi tira dentro un palazzo malandato. “Non si riparano macchine del tempo” si legge su una insegna piazzata sopra un locale vuoto, presidiato sulla soglia da un omino basso dal sorriso beffardo, che mi sorprende appena varcato il portone pesante dell’edificio.

MAGAZZINO DEI TEMPI ANDATI

Ma quali macchine del tempo, penso a voce alta. Uno strano “Magazzino dei tempi andati”, come è scritto su un’altra bottega, rapisce il mio sguardo. E tutto così strano, ma Beatrice sembra a suo agio. Una bambina con le trecce e un vestito blu notte salta con la corda, mentre sua madre mi fissa con uno sguardo di rimprovero. Ma che avrò fatto mai… Mi godo gli occhi sereni di Bea, mentre un pagliaccio ci taglia la strada e ride di gusto davanti al mio sbalordimento. Si tira dietro un cucciolo di leone che si disinteressa a me. 

UNA GIOVANE COPPIA E…

Superato il cortile delle meraviglie, saliamo una lunga scala in marmo bianco. C’è una porta davanti a noi, è aperta. Entriamo. C’è qualcuno?, chiedo. Nessuna risposta. Ma ci raggiungono risate che provengono dalla stanza in fondo. Ci avviciniamo. C’è una giovane coppia con due bimbi. Li guardo meglio e quasi cado a terra. Ma sono io… è lei… siamo noi.

NON CI VEDONO

Ci guardano senza vederci, continuano a ridere tra loro, a scambiarsi battute. Lui le porge un dolce, lei con un tovagliolo gli toglie via la panna dal mento, poi, con fare complice, gli dice qualcosa all’orecchio… e si baciano. E’ tempo di portare a letto i bambini. “Faccio io dice lui”, tu vai a letto a riposarti, te lo meriti, sistemo io qui”. Lei non ci sta, vuole aiutarlo, perché “siamo entrambi stanchi, e poi chi vuole rinunciare alle risate di fine giornata coi i ragazzi?”.

BELLO ESSERE GENTILI

Li fisso sbalordito, è così facile, è così bello essere gentili. Mi ricordo ora questa scena. Non andò così… eravamo tutti e due nervosi, mangiammo in fretta. Lei portò i bimbi a letto, io mi misi a leggere un libro e poi andammo a dormire in silenzio, ognuno sul suo lato, senza una parola. Quante scene così… 

UN TEMPO NUOVO DA VIVERE

Guardo Beatrice. Usciamo da quella stanza e da quel sogno. Perché siamo qui? “Per vedere quello che ci siamo persi”, mi ha detto con tenerezza, “ma se non possiamo recuperare i gesti perduti, ne possiamo creare di altri, tra noi, con i nostri figli, con le persone che incontriamo. Possiamo vivere ogni giorno l’incanto che creano un pensiero bello e un gesto gentile, che rendono nuovo il nostro tempo e le nostre relazioni”. E proprio bella Beatrice, non lo è stata mai come adesso. Ci regaliamo uno sguardo lungo e grato. Ci salutiamo come dopo un lungo viaggio. C’è un tempo nuovo da vivere.

Playlist: Sleeping in your hand – Elisa