«Sdisanurati, a vuliti finiri ri jucari o palluni ca’ cca’ c’è genti c’avà duormiri? Viriti ca’ scinnu e vu spirtusu stu palluni!»
Dopo queste parole il signor Pino sbatteva rumorosamente le persiane e stava lì a controllare se i ragazzini se ne andavano da qualche altra parte a giocare. Questa sceneggiata si ripeteva ogni giorno, Pino abitava in un vicolo della zona di Ballarò, tutto quello che succedeva fuori si sentiva dentro casa. Il signor Pino aveva la moglie depressa e di conseguenza quasi sempre era a letto con grandi mal di testa e qualche volta buttava voci e diceva che le stava per esplodere il cervello. Più volte aveva tentato il suicidio minacciando di buttarsi dal balcone.
LA MALASORTE DI ROSETTA
Va bene che abitavano in un ammezzato, ma c’era pur sempre la possibilità di struppiarisi e Rosetta sarebbe stata costretta a stare sempre in compagnia del marito, che avrebbe dovuto badare a lei piuttosto che andare a lavorare. Pino rifletteva sulla malasorte toccatagli maritandosi la peggiore delle sorelle Morici. Appena una ventina di anni prima le tre sorelle Morici erano le donne più ammirate di Ballarò, una più biedda dell’altra. Ma c’era un ostacolo. Il problema era che non uscivano mai da casa se non erano accompagnate dalla madre, una donna sciarrittiera assai e guai chi si permetteva a fare un gesto o a dire mezza parola verso le figlie, il malcapitato veniva preso a parolacce.
LE TRE FUITINE
Destino volle che una volta la madre si ammalò e dovette mandare le figlie da sole a far la spesa e a prendere le medicine. Successe il Viva Maria quando i masculiddi le videro da sole, ma le figlie già avevano preso di mira qualchi masculiddu e non aspettavano altro che essere corteggiate dai loro preferiti. La malattia della madre si protrasse per quasi un mese e in quel lasso di tempo ci furono tre fuitine. I primi a scappare furono proprio Pino e Rosetta, la maggiore delle Morici e a seguire le altre due.
AVEVA FATTO IL SUO DOVERE…
La classica fuitina non era altro che un modo per mettere i genitori di fronte al fatto compiuto, questo naturalmente quando l’amore era osteggiato. Pino aveva una bottega dove aggiustava scarpe, infatti lo chiamavano u scarparu. Era un bel ragazzo e le occhiate di Rosetta quando veniva con la madre e le sorelle, non gli erano di certo sfuggite. Quindi quando lei si presentò da sola nella sua putia non persero molto tempo nei convenevoli. Pino mise un cartello fuori la porta con scritto “Torno subito”, fatto sta che dopo molte ore i cristiani videro Rosetta uscire da lì barcollando, lei si dette un contegno ma si vedeva lontano un miglio che Pino aveva fatto il suo dovere.
NON VOLLE ESSERE PIU’ TOCCATA
Quando misero in atto la fuitina, trascorsero giorni indimenticabili da alcuni parenti di lui a Isola delle Femmine, località balneare a pochi chilometri da Palermo. Dopo, lui ritornò al lavoro ed affittarono una casa in un vicolo vicino la putia, si sposarono come d’obbligo e tentarono in tutti i modi di avere figli. Ma non venivano e Rosetta, vedendo le sorelle che sfornavano bambini come se fossero sfincionelli, cadde in depressione diventando triste e malinconica. Non volle essere toccata più dal marito e uscì sempre meno da casa. Giustamente Pino essendo un uomo ancora nel pieno della virilità si dette da fare e la sua bottega era sempre piena di donne che portavano scarpe ad aggiustare. Per sua buona sorte Pino quel cartello non lo aveva gettato e ora veniva esposto più spesso. “Torno subito”, il cartello dell’amore.
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